Il matrimonio civile, ai nostri giorni, secondo il DPR n° 403 del 1998, segue un procedura molto semplificata, infatti, per potersi sposare civilmente, basta chiedere che siano fatte le pubblicazioni per il matrimonio, attraverso una dichiarazione nella quale si dichiari la propria volontà di contrarre matrimonio.
Sarà, infatti, compito dell’ufficio di stato civile ad avocare tutti i documenti necessari. Le pubblicazioni dovranno restare esposte al pubblico almeno per otto giorni, che comprenderanno, anche, due domeniche. Trascorsi i giorni di rito, i futuri sposi, potranno ritirare il nullaosta, da fare pervenire all’ufficio di stato civile.
Da quel momento, il matrimonio deve essere celebrato non oltre i 180 giorni, dalla fine delle pubblicazioni.
Il matrimonio deve essere celebrato nel Comune di residenza di uno dei due sposi o, in altro, previa richiesta di consenso al proprio Comune di residenza.
Il codice civile italiano richiede dei requisiti precisi per potere contrarre matrimonio:
- La maggiore età.
- L’autorizzazione del tribunale per i minori che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età.
- La capacità di intendere e di volere.
- La libertà di stato.
- La non esistenza di vincoli parentali stretti tra i futuri sposi.
Il rito civile prevede dei tempi molto brevi e delle scansioni precise:
• Lettura degli articoli del codice civile, inerenti, ai diritti e doveri del matrimonio, da parte del sindaco o dall’ufficiale di Stato Civile delegato dal sindaco.
- Lo scambio degli anelli
- La firma degli sposi e dei testimoni sul registro
Oltre ai requisiti giuridici, esistono, anche, dei requisiti formali:
- La sala, dove viene celebrato il matrimonio, deve essere aperta al pubblico.
- È obbligatoria la presenza di, almeno, due testimoni.
- Gli sposi devono dichiarare il loro consenso e scambiarsi gli anelli.
- Il sindaco o il delegato devono indossare la fascia tricolore, leggere gli articoli di legge, dichiarare che gli sposi sono stati uniti in matrimonio, con la frase di rito, ed apporre la firma all’atto di matrimonio, insieme agli sposi ed ai testimoni.
Pochi sanno, inoltre, che esiste una legge del 1939, la quale permette di farsi sposare da un amico o un’amica, previa autorizzazione, purché godano dei requisiti per essere eletti consiglieri comunali, in poche parole, che siano eleggibili.