Nella storia l’abito da sposa rappresentava simbolicamente il potere finanziario e il prestigio familiare della futura sposa, oltre che un elemento caratterizzante di una determinata appartenenza sociale.
Dal X all’XI secolo, la sposa indossava l’abito più bello e più ricco che la famiglia potesse permettersi o, qualche volta, sceglieva di sposarsi con il vestito che si tramandava da madre a figlia.
In ogni caso, solitamente, si trattava di un abito dalle tinte calde e dai colori vivaci, realizzato con tessuti pregiati.
Il primo abito da sposa di cui si ha notizia certa, è quello realizzato per la figlia di Enrico IV d’Inghilterra, la principessa Filippa che, andando in sposa al principe di Danimarca, nel 1406, indossò una veste e un manto di seta bianca, orlati di pelliccia d’ermellino.
Attorno al XVI secolo, le spose cominciarono ad abbellire il vestito da sposa con lo strascico, dalla lunghezza del quale si arguiva l’appartenenza sociale; infatti, più lungo e
ricco era lo strascico, più era di nobile il lignaggio o prestigiosa la famiglia della sposa.
Nel secolo XVII le famiglie, anche le più ricche, cominciarono a organizzare matrimoni più austeri, preferendo donare alle figlie ricchi corredi e una cospicua dote.
Per il vestito da sposa, alla luce di questa nuova filosofia di vita, si preferì utilizzare l’abito più bello che la sposa già possedeva nel suo guardaroba.
Attorno al XVIII secolo, rinacque il desiderio di sfarzo e l’abito da sposa tornò a essere splendido e riccamente ricamato con motivi floreali.
Durante la Rivoluzione Francese nacque poi il vestito da sposa “stile impero”: un abito molto femminile e morbido, caratterizzato da un bustino corto, tagliato sotto il seno, dal quale scendeva, morbidamente, la gonna realizzata in tessuti dai tenui colori pastello.
Molte tradizioni sul vestito da sposa, valide ancora oggi, provengono dal XIX secolo, nel quale ritroviamo l’abito bianco e lungo, con o senza strascico.
Fu, comunque, negli anni trenta del secolo XX che l’abbigliamento della sposa fu pensato e realizzato come ai nostri giorni. La sposa, infatti, si presentava in chiesa in abito bianco, con il capo coperto da un velo, anch’esso bianco, portando in mano un mazzetto di fiori.
Con la nascita del femminismo e della rivoluzione sessuale, la donna si liberò dalle convenzioni e dagli schemi antichi e anche l’idea di abito da sposa seguì questa nuova tendenza.
Fu così superato, di conseguenza, lo stereotipo della sposa vestita necessariamente di bianco.